venerdì 29 maggio 2009

Cosa colpisce in une fotografia?

L' analisi di alcune foto può permettere di capire meglio cos'è che rende una fotografia unica.

Floch analizza una foto di Doisneau Il fox-terrier sul Pont des Arts.


La foto ha tre protagonisti: un pittore, un passante che ne osserva l'operato e il suo cagnolino. La peculiarità della foto sta nel fatto che l' artista, pur trovandosi in una posizione che giustificherebbe la rappresentazione di un paesaggio (egli si trova infatti su un ponte rivolto verso la città come se volesse prendere "spunto" da quella prospettiva), si accinge a dipingere un nudo. Tale scelta sembra legata alla consapevolezza dell' artista che tale soggetto attirerà l' attenzione dei passanti, il pittore inoltre risulta decentrato rispetto al quadro e ciò è volto a permetterne la visione.

Anche la foto di Bresson, L' Arena di Valencia, risulta particolarmente interssante. L' artista specifica che essa non può esere considerata riproduzione del reale o messa in scena, ma come composizione di elementi plastici e figurativi. Questi, che a destra assumono tonalità chiare e nette e a sinistra colori più scuri con contorni non ben definiti, sono divisi da un segmento grigio verticale. La foto, decostruendo li immagine e portandola su un piano bidimensionale, richiama il Japonisme. Scopo ultimo è negare che la fotografia sia solo una rappresentazione mimetica della realtà.



Anche nella foto di Stieglitz, Ponte di terza classe, si ritrova una divisione a metà della foto. In questi caso la divisoria è rappresentata da un ponte intermadio tra la prima e la terza classe di una nave. Punctum è rappresentato da un cappellino bianco, molto evidente per il suo colore. La foto è assolutamente asimmetrica e non presenta un punto di riferimento preciso.



lunedì 25 maggio 2009

Studio fotografia di Barthes

Barthes individua nella foto due elementi fondamentali: studium e punctum.


studium: la parte che investe l'interessamento generale, la parte non-curante dello spettatore il suo semi-volere. SI tratta della parte fotografica che richiede la preparazione culturale di chi guarda sul soggetto di quella foto. Questa parte informa,invoglia.

Lo studium "procura piacere al soggetto"





punctum: "Quella fatalità in quale essa mi punge" queste le parole di Barthes per definire il punctum. Detto più concretamente è quel particolare della fotografia che mi rende tale foto diversa dalle altre. Il punctum "fa godere lo spettatore"








Barthes analizzò le foto di alcuni famosi fotografi.


Individua nella foto L'esercito pattuglia le strade scattata da Wessing, durante la guerra in Nicaragua, l'esistenza di elementi eterogenei: suore che attraversano la strada e soldati che la pattugliano. Tali elementi suscitano nell' osservatore reazioni emotive culturalmente definite, perciò non si va oltre lo studium.







Barthes ha confrontato anche altre foto di Wessing e ha notato come vi siano dettagli (punctum) che, modificando la percezione dell' immagine, la rendono unica.






martedì 19 maggio 2009

Per una semiotica della fotografia

PEIRCE
Crede che la fotografia abbia un valore indicale e ne evidenzia il senso di continuità. Egli critica il pensiero di Barthes, qui sotto indicato.




BARTHES
Crede che la fotografia sia un messaggio che non possiede un codice, con il quale interpretare il messaggio. La fotografia comunica quando l'aspetto denotativo si unisce a quello connotativo; la pubblicità sfrutta ampiamente questo collegamento (esempio: pubblicità della pasta Panzani dove i colori delle lettere richiamano quelli della bandiera italiana)




Barthes non considera la fotografia un segno: significante e referente non sono scindibili.


L'autore risulta influenzato anche dall'ideale cartesiano, in quanto considera l'elemento fotografico una certificazione della presenza: attesta infatti l'esistenza di qualcosa.








ECO
Distingue due fondamentali tipi di modalità di approccio al segno:



  1. primaria= modalità Alfa "quella per cui prima ancora di decidere che ci si trova davanti all'espressione di una funzione segnica si percepisce per stimoli surrogati quell'oggetto o quella scena che poi eleggeremo a piano dell'espressione della funzione segnica"

  2. secondaria= modalità Beta "onde percepire il piano dell'espressione di funzione segniche occorre innanzitutto ipotizzare che di epressione si tratti"


Distingue inoltre due catogorie di segni:




  1. ipoicone (segni iconici)= legate alla modalità Alfa

  2. tutti gli altri segni= legati alla modalità Beta


E' difficile fissare un punto di passaggio tra modalità Alfa e Beta, esse infatti si intrecciano e si sovrappongono.



DUBOIS
Parla di "Ontologia dell'immagine": è impossibile svincolare l'immagine dal suo referente, perchè questa le aderisce completamente. L'essenza dell'indicalità della foto non è legata alla somiglianza tra segno e referente, ma alla modalità di generazione del segno stesso, che nasce da un "atto estetico".





SCHAEFFER
Teorizza "Immagine precaria": non esiste più continuità tra la fotografia e la realtà che la rappresenta, perchè il codice alla base della fotografia è binario (0-1). La certezza della foto viene data dalla fiducia che si ha nel fotografo.



FLOCH
Parla delle possibili "forme dell'impronta" e pensa che ogni fotografia abbia un proprio senso. L'analisi della fotografia è basata su due dimensioni:
  1. dimensione nascosta o plastica
  2. dimensione sintagmatica







La semiotica: ha dei limiti?

SEBEOK
Introduce il concetto di semiotica globale ovvero la teoria secondo la quale la semiotica è capace di coinvolgere qualsiasi ogni ambito culturale ( esempio: linguistica, storia...)






ECO

sostiene che la semiotica non è globale ma ne esistono due modalità:


  1. semiosi naturale= segno e oggetto hanno un rapporto che non scaturisce dall'uomo, egli si limita solamente a riconoscere tale rapporto

  2. semiosi culturale= l'uomo stabilisce il rapporto tra soggetto e oggetto

per eco l'unica semiosi possibile è quella culturale



Oggi si parla di più semiosi, tante quanti sono i contesti che affrontiamo.

Cos'è la semiotica?



Per semiotica si intende lo studio dei segni.



Il concetto di segno è stato introdotto da DE SAUSSURE, il quale lo ha definito come l'unione di significante e significato. Il significante è ciò che fa riferimento a un significato, per esempio se si vede del fumo fuoriuscire da una abitazione (significante) significa che c'è in incendio (significato). Esso è un segno che può essere di diversa natura (cane=dog ,due lingue diverse ma stesso significato). Il significato ha una natura puramente concettuale e culturale e non materiale, ciò lo distingue dal referente, che è invece la cosa concreta (esempio: l' unicorno esiste come concetto ma non come cosa concreta). Significato e significante esistono solo in presenza di un interprete.

PEIRCE

ha stabilito che per esserci semiosi devono coesistere tre elementi differenti:

  1. segno="qualcosa che sta a qualcuno per qualcosa sotto qualche aspetto o capacita"

  2. oggetto

  3. interpretante
Tra il segno e l'oggetto agisce l'interprete.
Esempio: nella varicella i tre elementi si manifestano in questo modo:
  1. puntini rossi=segno

  2. malattia=oggetto

  3. varicella=interpretante

E' il medico ad associare i puntini rossi alla malattia della varicella, svolgendo la funzione di interprete. E' fondamentale che chi interpreta possegga lo stesso codice e contesto per attribuire ad un oggetto il medesimo significato e interpretazione.








Pierce definisce anche il concetto di semiosi illimitata, intendendola coma una reiterazione infinita di un concetto da noi posseduto. Ogni definizione che noi diamo di qualcosa viene fatta utilizzando altri segni, quindi non c'è un segno ultimo che possa essere compreso senza richiamare altri segni.

L'autore inoltre ha classificato i segni in 3 categorie:

  1. segni iconici= abbiamo analogia con ciò che si intende rappresentare ( esempio: suoni onomatopeici)

  2. segni indicali= abbiamo continuità fisica tra soggetti e oggetti (esempio: bandiera che si muove con il vento)

  3. simboli= segni in cui non vige nessuna somiglianza tra essi e ciò che intendono rappresentare (esempio: simboli matematici)


R. BARTHES

Ha individuato una distinzione tra l'ambito denotativo e connotativo fondamentali nel processo semiotico. Il primo indica il significato oggettivo del segno, col secondo intendiamo uno slittamento diuna parte del significato verso qualcos altro. Ogni segno ha un ambito denotativo manifesto, ma anche un ambito connotativo implicito, ma di maggior impatto.





mercoledì 13 maggio 2009


Dibattito teorico sulla fotografia: arte o semplice meccanica?



"Io credo che l'arte sia e non possa essere altro che l'esatta riproduzione della natura... Bisogna dunque che la fotografia rientri nel suo vero compito, che è quello di essere serva delle scienze e delle arti"

C. Baudelaire




Anche altri autori, come Baudelaire, ritenevano che fosse necessario separare arte e industria: inoltre pensavano che la fotografia avrebbe potuto assumere su di sè tutte le funzioni sociali e utilitarie fino ad allora esercitate dalla pittura.


La distinzione rimaneva comunque netta: alla fotografia la funzione documentaria e referenziale, alla pittura la ricerca formale e artistica.


Al contrario i difensori della fotografia evidenziano le capacità manipolative di cui gli artisti fotografici possono servirsi per rendere l'immagine indipendente dalla realtà.


Artisti come U.Eco, R.Barthes e Damisch, sostenitori della pratica fotografica, mettevano in discussione la presunta oggettività della fotografia.


Per esempio Damisch affermava:


"L' avventura della fotografia comincia con i primi tentativi dell'uomo di trattenere un'immagine che egli aveva imparato a formare da lunga data. Questa lunga familiarità con l'immagine così ottenuta spiega come la rappresentazione fotografica sembrasse generalmente andar da sè e che non si prestasse attenzione al suo carattere altamente elaborato.....L'immagine fotografica non ha nessun elemento naturale poichè i principi che presiedono alla costruzione di un apparecchio fotografico sono legati ad una nozione convenzionale di spazio ed oggettività."